Pranava Mantra “AUM” – Sahasrara Chakra

Immagine tratta dal libro “Chakra” del Dr. Ananda Balayogi Bhavanani

È complesso capire la realtà dei Chakra senza averne fatto l’esperienza e senza la guida di maestri che possano guidarci in modo chiaro e semplice. Sono davvero grata al mio maestro, Yoga Acharya Dr. Ananda Balayogi Bhavanani il quale ha ricevuto questo insegnamenti dai suoi illustri genitori, i grandi yogi e yogini Yogamaharishi Dr. Swami Gitananda Giri Guru Maharaj e Yogamani Kalaimamani Sri Meenashi Devi Bhavanani, e che li ha generosamente trasmessi a me durante la mia residenza di studio all’Ananda Ashram, dal 2010 al 2013.

La capacità di capire e percepire le energie pratiche dei Chakra si sviluppa tramite lo studio di testi classici della tradizione vedica, la pratica sotto la guida esperta di un maestro, il coraggio e la forza di praticare da soli con continuità, e il processo di raffinamento della propria consapevolezza e energia. Questo processo richiede attenzione e cura della propria dieta, del proprio carattere, della qualità dei propri pensieri. Raffinare la consapevolezza significa renderla più sottile, leggera, rarefatta, e quindi liberarla dalla pesantezza dei desideri sensuali. Per fare questo, dobbiamo prima abbandonarci alla sensualità, capirla, amarla e prendersene la responsabilità. Nel Rischiculture Ashtanga Yoga codificato e divulgato dalla tradizione di Swami Gitananda (Swamiji), non esiste la repressione del corpo, sentimenti, passioni o pensieri, non ci sono frustrazione o castrazione ma, piuttosto, un invito a esplorare e capirsi in profondità in modo da poter poi, nel tempo, limitare gli sbalzi di umore, le crisi di esaltazione e depressione, e l’altalenante movimento delle emozioni. In questo senso, non basta studiare i Chakra e impararne a memoria il nome o il Mantra, o cantare il Mantra quando ci fa comodo. Serve rispetto per tutto il sistema culturale, filosofico, medico, e spirituale del Sanatana Dharma, che il Dr. Ananda definisce come “vivere eternamente (Sanatana) in armonia con il Principio Divino (Dharma)”.

Eccoci arrivati dunque a Sahasrara Chakra, generalmente definito come il settimo Chakra, collocato alla cima della testa, il luogo di confine tra il nostro corpo fisico e lo spazio, e di unione tra Shiva e Shakti principi maschile e femminile divini. Sahasrara Chakra corrisponde, nel corpo fisico, alla ghiandola pineale che regola la produzione di melatonina aiutandoci nei nostri cicli di sonno-veglia e in altre funzioni di ritmi giornalieri e stagionali. Sahasrara è il primo dei sei chakra superiori e, nei sistemi di sette chakra, li contiene. In questi sistemi, questo dunque è il settimo dei Chakra inferiori, cioè quelli che si collocano in corrispondenza del nostro corpo fisico, emozionale e mentale. Sahasrara significa, “dai mille petali” e si riferisce al suono delle lettere dell’alfabeto sanscrito ripetute venti volte nel Mantra Laya e che permettono a questo Chakra di attivarsi e aprirsi come un loto.

Il mantra di questo Chakra, nella tradizione di Swami Gitananda, è AUM (OM = A+U in sanscrito = O ). Swamiji ha codificato e creato una serie di insegnamenti profondi sul Pranava AUM, il Mantra dei Mantra che includono studio di Asana (posture), di Pranayama (Vibhaga Pranayama e Pranava Pranayama in particolare), e Dharana (concentrazione sul suono e la forma tramite i Mandala Dharana). Intonare, invocare ed evocare il Mantra AUM ci permette, tramite le nostre orecchie e voce, di vibrare con la manifestazione sensoriale della vibrazione cosmica. Il suono del Mantra contiene, infatti, tutti gli armonici dell’alfabeto sanscrito, considerato una “collana di lettere” (varna mala) divine, i suoni primordiali della creazione del cosmo. Il suono profondo e puro della vibrazione cosmica non è percepibile dal nostro udito ma, grazie al canto dell’AUM, possiamo avvicinarci più possibile a questa esperienza acustica profondamente spirituale. A livello pratico, intonare il Mantra AUM, soprattutto se praticato in modo corretto, con una respirazione polmonare completa (quando possibile), una postura contenuta e rilassata, e una mente calma, ci permette di integrare la nostra esperienza del corpo, emozioni e pensiero, e di creare spazio e silenzio dentro di noi. Il Mantra è talmente potente che, anche quando non se ne conosce l’origine e non si hanno gli strumenti per praticarlo correttamente, aiuta comunque ad abbassare il battito cardiaco, a diminuire la pressione sanguigna e a produrre una sensazione di benessere. Qui potete trovare un articolo del Dr. Ananda Balayogi Bhavanani in inglese sull’uso di pratiche di Nada Yoga a livello terapeutico.

Come beneficiare della pratica del Mantra AUM? (Se ti interessa studiare meglio questo tipo di pratica, mandami un messaggio tramite i contatti che trovi su questo sito internet perché durante l’estate offrirò un corso online sul Pranava AUM nella tradizione di Swami Gitananda Giri).

  • Inizia con un AUM per benedire e proteggere questa pratica e anche per rendere grazie a questi insegnamenti.
  • Siediti e respira profondamente, meglio che puoi, portando l’attenzione alla parte bassa dei polmoni, poi a quella media e infine a quella superiore.
  • Dedicati abbastanza tempo da poter respirare in modo lento e rilassato perché a volte ci vuole un po’ per calmare i propri sistemi (nervoso, sanguigno, ecc).
  • Apriti all’ascolto dei suoni interiori e dei suoni dell’ambiente intorno a te. Rilassa l’udito.
  • Ispira profondamente e poi intona la prima lettera AHHHH, poi UUUUHHHH, e poi MMMMM, lentamente e in modo bilanciato, senza rimanere troppo su una lettera o su un’altra.
  • Usa tutto il tuo respiro ma fermati prima di rimanere senza aria in modo da non sforzare la voce.
  • Ispira e ripeti la pratica per multipli di nove ripetizioni.
  • Quando finisci, ascolta e nota la qualità del tuo respiro, del tuo spazio mentale, della tua energia in generale.
  • Termina con un AUM per chiudere la pratica, proteggerne gli insegnamenti, e rendere grazie a questa tradizione e ai suoi insegnamenti.

Ti invito ad ascoltare la registrazione di 108 japa (ripetizioni) del Pranava AUM che ho registrato dal vivo due anni fa a Chicago. Qui sentirai varie “imperfezioni”, per esempio, qua e là, il tremare della voce, l’andare sotto tono, la mancanza di respiro. Queste fanno parte della pratica ed è per questo che non le ho “pulite” in studio di registrazione. Non è importante “cantare perfettamente”, anzi. Il Mantra, grazie alla tua voce, ti fa capire esattamente dove sei in questo momento e quindi ti offre spunto di guarigione e crescita. Continua e non ti perdere d’animo. Come sentirai, circa a metà, la qualità della vibrazione e della concentrazione cambiano in modo notevole, diventando più vere (meno superficiali) e profonde. Ecco, questa pratica, nella mia esperienza, è così: grazie alla perseveranza e abbandono (abhyasa e vairagya) possiamo superare le nostra paure e lasciare che la vibrazione divina si trasmetta tramite noi.